sabato 22 ottobre 2016

NORWAYNOIR...-LA STAGIONE DEGLI INNOCENTI-

Il noir scandinavo vanta una larga serie di autori tradotti anche in Italia, e per quanto riguarda in particolare la Norvegia, basta ricordare i nomi di Anne Holt, Jo Nesbo o Gunnar Staalasen ormai conosciutissimi.
 Il buio profondo per 6 mesi, il cielo con le sue aurore boreali, la neve, la famiglia e i problemi nascosti o addirittura sepolti, la violenza e in certi casi addirittura l'incesto, le sette così spesso estreme nel loro cristianesimo piu' truce e intollerante, lo sfondo  neonazista ,  se non addirittura xenofobo, accomunano la letteratura nordica creando nel mixage un'atmosfera particolare che affascina e "costringe" alla lettura.
Ecco ora un nuovo autore norvegese, Samuel Bjork con 2 bestsellers nel giro di 2 anni; il primo è stato tradotto in Italia col titolo "La stagione degli innocenti".

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INCIPIT

" Il 26 agosto del 2006 nel reparto maternità dell'ospedale di Ringerike a Honefoss nacque una bambina. La madre, una maestra d'asilo di 25 anni di nome Katarina Olsen, era emofiliaca e morì di parto....Nei giorni successivi la direzione dell'ospedale...riuscì a rintracciare la nonna della piccola,,,La donna non sapeva nemmeno che la figlia fosse incinta e quando arrivò in ospedale scoprì che la neonata era scomparsa...La bambina non fu mai ritrovata".



Passano 6 anni e nella foresta norvegese viene trovata appesa ad un albero una bambina che doveva cominciare ad andare a scuola, zaino in spalla, vestitini da bambola,,,.. al collo un cartello "Viaggio da sola"...oltre questo  nessuna traccia...

La polizia brancola nel buio, i giornali spaventano, la gente, genitori e anche maestri (poichè la bimba è scomparsa dall'asilo) sono semplicemente nel panico soprattutto perchè si teme che la cosa possa ripetersi!
Di fronte a questo caos montante, le autorità riuniscono nuovamente la squadra speciale  anticrimine di Oslo sciolta in precedenza, rimettendone a capo Holger Munch. Questi riceve carta bianca nella scelta dei collaboratori e parte per andare sull'isoletta di Hitra (Trondheim, Norvegia centrale) dove aveva trovato rifugio la sua miglior collaboratrice Mia Kruger che era stata sospesa dal servizio per aver ucciso un sospettato durante una perquisizione.
 Il sospettato era anche lo spacciatore e amante della sorella gemella Sigrid di cui sembra aver causato la morte per cui le autorità erano intervenute contro di lei, assomigliando molto il tutto ad un omicidio volontario,
Già disperata per la morte per droga della sorella ed ora per la perdita del lavoro avvenuta in questo modo terribile, Mia entra in crisi e in forte depressione: scappa da Oslo per rifugiarsi in quest'isola e si lascia cullare dalla solitudine, dal mare e dal vento, ma soprattutto dai farmaci di cui si imbottisce per ottundere il dolore in unione con forti dosi di alcoolici. Mia non si sente affatto meglio e proprio per questo è giunta ad una decisione: aumenterà le dosi per uccidersi il giorno anniversario della scomparsa di Sigrid di cui sente terribilmente la mancanza e aspetta con ansia quel momento scandendo il passare del tempo tra una pastiglia e un bicchiere...
Improvvisamente arriva sull'isola per richiamarla in servizio Munch che le mostra il fascicolo con le foto: sa che Mia sarà attratta come una calamita e che uscirà dall'abisso in cui è caduta. E così avviene...
Munch con Mia parte per Oslo dove intanto si è ricostituita la task force e in piu' viene reclutato  da 0 un -hacker-, Gabriel, che si curi della parte informatica.
Mia intanto solo analizzando le foto, ha scoperto un particolare non notato da nessuno; sull'unghia del mignolo c'è incisa una righetta, per lei il numero 1 e questo starebbe a significare che chi ha ucciso, ucciderà ancora. Purtroppo così avviene...
 I personaggi della squadra sono costruiti in modo mirabile: tutti sono affiatati e sanno fare la loro parte, ma soprattutto sanno chi è il capo e chi è la migliore in assoluto, la piu' intuitiva, la piu' in gamba...
 I due sono presentati in modo umanissimo, non sono certo supereroi, non sono certo poliziotti infallibili, Ognuno ha le proprie magagne e i propri guai da portarsi dietro e a fatica, ma indiscutibilmente sono quelli che vedono cose che gli altri non vedono, che sanno intuire le piste da seguire e imporre l'obbedienza come capi attraverso il rispetto, la dedizione assoluta, il sacrificio, l'intelligenza e una forte sensibilità.

Mia sente che tra l'assassino e la vittima c'è qualcosa di personale. non l'ha impiccata, ma l'ha prima uccisa con un narcotico,,, come (paradossalmente) se non volesse farla soffrire. Intanto le cose precipitano perchè due fratelli in un altro bosco trovano la seconda vittima, anche lei una bambina, scomparsa come la prima dall'asilo, stesso cartello al collo, zaino e vestiti da bambola...
Gli innocenti stanno morendo, dolci bambine strappate all'asilo, prese dalla morte prima che abbiano cominciato la scuola, ma il killer ha una motivazione???
Il ritmo accelera di colpo perchè nello stesso tempo rapisce non una, ma due bambine e alzando ancor piu' il tiro, le prende addirittura dai loro lettini senza che nessuno se ne accorga...
Il gioco si chiarisce quando il killer contatta un giornale e vorrebbe che fosse uno dei giornalisti a scegliere quale delle due uccidere, quale salvare,,,ma vista la mancata risposta, ecco 2 vittime, deposte tutte vestite e ben lavate ai 2 lati di un palo con una testa di maiale, in piu' vicino ad una statua dedicata al pittore Munch....

Mia allora comincia a pensare che il killer faccia tutto per arrivare all'Ispettore che porta lo stesso nome del pittore e che la cosa sia perciò  personale: la corsa contro il tempo continua, tic tac fa l'orologio, ma le cose sembrano diventare chiare ma sfuggire nello stesso tempo.
Mia ricontrolla un particolare, una scritta sui quaderni delle piccole e capisce che sono un riferimento al caso di 6 anni prima, quello di Honefoss, e che il killer vuol dire che quello che si credeva fosse il rapitore/ suicida non era il colpevole.
Ma allora???
I particolari adesso si accavallano: si trova dove hanno cucito i vestitini da bambola e chi ha dato l'ordine, ma l'uomo è morto, si risale ad una donna con gli occhi di 2 colori diversi che fa l'infermiera in un ricovero, lo stesso in cui è ospitata la madre di Munch... allora forse i delitti sono un modo per arrivare a lui e compirlo nei suoi affetti???
Intanto nella casa di ricovero c'è qualcosa di falso, perchè sia l'anziana signora Munch che altre sono portate a pregare in una setta in cui un pastore si ritiene Dio stesso e guarda caso, prima di morire firmano tutte all'insaputa dei parenti per lasciare alla chiesa la loro intera eredità.
Munch è dunque attaccato in prima persona?
Così sembra perchè la nuova bambina rapita, la  numero 5,  è la sua adorata nipotina e Munch viene chiuso in una delle camere del ricovero,,,è lui l'anello che lega il killer...è lui la chiave per capire chi è!
Ma neppure quella che sembra una soluzione lo è, perchè c'entra Munch come il ricovero e come il plagio delle vecchiette, c'entra la setta con i soldi, ma la vera causa scatenante e la soluzione di tutto è proprio Mia per motivi che per onestà verso chi legge, non sto qui a delineare.
Ne uscirà comunque acciaccata, ferita, ma non piu' distrutta come lo era all'inizio della storia.

La chiave per capire il killer, sta  nella famiglia e come insegna la narrativa noir scandinava in ciò che è successo anni e anni prima, se non addirittura in altre generazioni; difficilmente la causa scatenante sta nei soldi o nei tradimenti, ma sempre in rapporti familiari tumultuosi e oscuri che bisogna portare alla luce con fatica e con costanza, con abilità e unendo l'indagine vecchio stile con i mezzi ultramoderni che tramite i computer permettono di entrare (anche hackerando quando è necessario!) negli archivi piu' nascosti e anche privati.
Il libro è profondo e presenta un'acuta analisi dei personaggi, in particolare dei 2 principali, Munch e Mia che in fondo è la vera protagonista della storia.
Ogni indizio porta ad un indizio successivo e come capisce ad un certo punto Mia, la sua abilità consisterà nel dipanare la matassa che il killer ha costruito intorno a questi indizi, nascondendoli confondendoli camuffandoli con altri perfettamente inutili, potremmo dire spietatamente scenografici e basta.
 Il killer (o la killer)  si rivela certo per una vera psicopatica che ama il dolore e ama far soffrire, ma la causa che ha scatenato gli assassini finali degli innocenti, è reale e risale al famoso episodio che è costato la carriera a Mia e che Mia all'inizio non può certo capire non conoscendo tutti i personaggi del terribile gioco,

Due curiosità finali...

La prima riguarda il titolo che in norvegese è Det henger en engel alene i skogen , tradotto letteralmente "Ha appeso un angelo solo nel bosco", in inglese "I'm travelling alone" che corrisponde al cartello appeso al collo delle bambine. Il titolo italiano "La stagione degli innocenti" è ben lontano da quello originale e c'è sempre da chiedersi dove vada a parare la fantasia dei traduttori, ma soprattutto la loro capacità di traduzione.


Seconda curiosità sull'autore: Samuel Bjork è uno pseudonimo di Frode Sander Øien, artista polivalente norvegese, autore di opere teatrali, traduttore di Shakespeare, ma operante anche in tutt'altro settore, musicista e cantautore.

"La stagione degli innocenti"  del 2013 è il suo primo romanzo e non appena uscito divenne subito un successo sia in Norvegia che in Svezia, tanto da farlo paragonare ad Anne Holt e Jo Nesbo. Nel 2015 è uscito e nell'aprile di quest'anno anche il secondo della serie degli investigatori Munch e Mia Kruger "LA STAGIONE DEL SANGUE".






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