venerdì 30 settembre 2016

COME FIEVEL POSSIAMO CANTARE "NON CI SONO GATTI IN NUOVA ZELANDA.."

Durante il mo viaggio in Nuova Zelanda, ho pensato spesso ai miei animaletti, ai miei 2 cani e al mio micino,,, Il pensiero in particolare andava proprio a lui, anzi a lei che da qualche mese si è ammalata
sviluppando una malattia genetica al cuore, anche se per ora sta ancora abbastanza bene.

Silk, Seta, ha un anno, è stata abbandonata appena nata in un bidone e raccolta da una signora; l'anno scorso di questi tempi, ero ancora in Uk e mi è venuta nostalgia al pensiero dei gatti della mia vita, ai due fratelli maschio e femmina completamente bianchi che dormivano abbracciati, alla mia cara (ma "graffiona", passatemi il termine) siamese che ha vissuto ben 22 anni...non è mai uscita di casa per cominciare a correre qua e là nella vecchiaia,forse (dico io) malata di heltzeimer, cosa che alla fine l'ha portata a morire, non si sa come, proprio sotto il balcone di mia mamma...
 Così ho chiesto a Lella, la mia parrucchiera e notoria gattara, se ne avesse uno.... ed ecco entrare nella mia vita la dolce cara morbidissima delicatissima Silk, bianca, con uno spruzzo di grigio sulla testa, come 2 strisce che scendono sulla fronte e... una toppa grigia su una delle zampe, sì proprio come le toppe che mettono per turare i buchi delle maniche, sui gomiti...
Proprio ricordando i miei "pets", ho notato che in Nuova Zelanda ci sono meno cani che per esempio in Uk, ma soprattutto meno meno meno gatti e la cosa mi ha incuriosita alquanto.

Cercando in internet, ho trovato titoli curiosi e che un po' mi hanno preoccupato, come
-"I gatti banditi dalla Nuova Zelanda..."
-"In Nuova Zelanda è caccia al gatto"
-"La costante e preoccupante scomparsa dei gatti..."

La lettura mi ha suscitato sconcerto: cosa stava succedendo nel Paese che mi pareva (e mi pare) un vero esempio di civiltà e rispetto???
Le prime notizie o meglio avvisaglie risalivano al 2012, ma ecco le ultime e direi inquietanti al 2016, luglio!!!

Cosa stava succedendo?
Be', ritorno all'esempio di Bart e del suo viaggio in Australia con rospo al seguito: lasciato libero, in poco tempo, si diffuse a perdita d'occhio turbando l'ecosistema locale.
Anche qui l'ambiente è molto particolare, ricco di esemplari sia di fauna che di flora unici e rari: parlo dei blue penguins, dei tui, dei kiwi, di foche...ma anche della silver fern, la felce gigante che è il simbolo della nazione.
Turbare un ambiente così è facilissimo ed ecco le costanti continue pressanti attenzioni anche in dogana che mirano a non far entrare "pericoli" che sconvolgerebbero tale fragile equilibrio, siano essi mele "assassine" (vedi articolo su questo blog) o dolci gatti!

 Basta ricordare il Moa (Dinornis novaezelandiae): l'uccello non volante enorme, alto anche 3,6 m, oltre 250 kg di peso, di aspetto molto simile agli struzzi, cominciò il suo declino dopo l'arrivo dalla Polinesia dei MAORI intorno al 14° secolo per scomparire completamente nel giro di 4 secoli.


Il ragionamento allora diventa chiaro: il gatto è un felino con istinto predatore e, se lasciato libero attacca e " si serve" delle creature (piccole e malcapitate) che si trovano attorno a lui, in particolare gli uccelli. le cui specie autoctone si sono già in parte (e in fretta) estinte negli ultimi anni.

Ricerche del 2008 segnalavano una popolazione di 220 unità gatti/kmq e se si pensa che la popolazione felina potrebbe raggiungere il 1.000.000-1.500.000 su 4,5 milioni di abitanti, i dati si fanno preoccupanti.

In Nuova Zelanda le case tendono ad essere villette monofamiliari, ciascuna col proprio -backyard-, cortile prato anteriore e/o posteriore e se i gatti vengono lasciare liberi in esso, il gioco è fatto.
Un sito web, in particolare, (Catstogo) si è lanciato nella crociata antigatto ed esordisce con questo richiamo: 
"That little ball of fluff you own is a natural born killer" 
ovvero
 "Quella piccola palla di pelo di cui tu sei proprietario è un assassino nato)".

 Molto melodrammatico, ma riflette il clima.




Fino ad adesso la richiesta di Wellington (la capitale) non è stata quella di compiere un genocidio, ma la richiesta-appello ai padroni di non lasciar piu' i gatti liberi di scorrazzare fuori casa, ma di tenerli all'interno comportandosi un po' all'europea, e tra i consigli c'è anche quello di "rimpinzarlo" ben bene di cibo in modo che non si dia alla caccia sfrenata! Inoltre si è chiesto che alla morte del proprio animale, esso non venga piu' rimpiazzato, anche se questa richiesta risulta molto difficile da accettare visto l'amore dei Paesi anglosassoni per i loro -cats-!

Ma dal mese di Luglio 2016, la mano del Governo si è fatta un po' piu' pesante: infatti si è lanciato un progetto che mira a -sradicare- tutti i predatori non indigeni entro il 2050 e nell'elenco rientrano topi, ermellini, opossum, e gatti,,,selvatici, lanciando quello che è stato definito il piu' grande piano di conservazione mai tentato al mondo.

Speriamo comunque che il tentativo proposto non crei piu' danni   (e drammi)di quanti ne risolva.

Mi rimane in mente comunque l'immagine vista in una visita di parecchi anni fa a Rouen in Francia: la guida ci portò a un vecchio cimitero medievale risalente al 1300 e, quando si dice 1300 in Europa, si dice "PESTE NERA". 
Qui in una nicchia ecco lo scheletro (ormai mummificato) di un povero gatto (indubbiamente nero!) murato vivo per prevenire la peste che comunque fece, e come, il suo corso.



A buon intenditor poche parole!!!

E. diretto ai gatti. NON EMIGRATE IN NUOVA ZELANDA!!!

giovedì 29 settembre 2016

Photo Time: Icelandic Rainbow




Seljalandsfoss, a spectacular waterfall, south-west Iceland.

Seljalandsfoss is created by the river Seljalandsá, originated from the infamous Eyjafjallajökull glacier, that drops 60 metres over the cliffs of the former coastline. It is possible to go in a cave behind the waterfall to admire the spectacle of falling water.
Seljalandsfoss is situated in between Hvolsvöllur and Skógar at the road crossing of the famous Icelandic Ring Road with the track going into the valley of Þórsmörk.

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PERRY...PERRY...PERRY...CHI? KATY O ANNE?

Man mano che si avvicinano le elezioni americane di Novembre, le polemiche infuriano, i dibattiti salgono di tono e sia l'uno che l'altro candidato mettono in cantiere tutte le loro risorse e chiamano all'attacco tutti i loro supporter.

Così ecco proprio durante il primo scontro televisivo tra Hillary Clinton e Donald Trump, schierarsi  anche la cantante Katy Perry, nota popstar: giorni fa, aveva dichiarato "di voler usare il suo corpo per cambiare il mondo" e coerentemente, ha postato su Twitter un suo video in cui nuda va a votare. In questo modo ha dichiarato il suo endorsement per la Clinton perchè pur non dicendolo apertamente, si è sempre dimostrata favorevole a lei.

Incuriosita, anche perchè il nome mi ricordava qualcosa che non riuscivo a mettere a fuoco (come quando si ha un nome sulla punta della lingua),  ho digitato Perry sul mio lap ed ecco un profluvio di cose...

Così ho scoperto che Perry è il nome di oltre 30 paesi nei soli Stati Uniti, è un asteroide della fascia principale con nome completo 5529 Perry, è un tipo di sidro di pere, è il cognome di 2 scrittori di fantascienza, è un celebre personaggio dei cartoni animati (l'ornitorinco Perry) di una nota serie televisiva americana. Phineas e Ferb, tratta da un videogioco e ...poi... ecco cosa stavo cercando!

Perry Anne! 
E la luce fu! Tirai fuori uno dei tanti appunti presi durante la mia ultima vacanza in Nuova Zelanda, precisamente quello dove avevo annotato i nomi di alcuni scrittori neozelandesi, nomi presi dalle librerie e nelle biblioteche delle case dove abbiamo soggiornato (mi piace infatti vedere i libri piu' letti nei paesi che visito e poi cercarli a casa).
Tra gli altri ecco qua: Perry Anne!

Ho subito approfondito la cosa e le notizie sulla scrittrice mi hanno veramente interessato. Inglese di nascita  (Londra, 1938), ha vissuto parecchio tempo in nuova Zelanda, ma la sua vita è stata segnata da un terribile fatto:  aiutò nel 1954 una sua amica ad ucciderne la madre. Condannata. grazie però alla benevolenza dei giudici dell'.epoca, uscì nel 1959 dopo soli 5 anni, e potè riscattarsi e ricostruirsi una vita, diventando scrittrice di gialli  con lo pseudonimo di Anne Perry. Oggi vive in Scozia e continua a scrivere.

Ho subito scaricato alcuni suoi romanzi e mi sono data alla lettura del primo che ho completato: "Alto Tradimento" (No graves as yet, 2003).

L'ho divorato in poche ore!!!

Siamo in UK, 1914 alla vigilia dello scoppio della Prima Guerra Mondiale: tutto gira intorno ad un incidente automobilistico in cui perdono la vita i coniugi Reavley. Il maggiore dei figli è un prete, docente di Lingue Antiche all'Università di Cambridge e a dargli la notizia della disgrazia è il fratello Matthew, agente dei Servizi Segreti Britannici. L'incidente è avvenuto mentre il padre stava andando proprio da lui dopo avergli comunicato con una telefonata che aveva scoperto il documento che rivelava un terribile complotto che se non sventato, avrebbe portato gravissime conseguenze non solo alla Gran Bretagna, ma al mondo intero.
I due fratelli pur sotto choc, cominciano ad indagare e ben presto quello che sembrava un incidente, assume i contorni di un vero e proprio omicidio: segni sulla strada come se qualcosa fosse stato messo per bucare di colpo le gomme e far sbandare l'auto... il tutto ad avvalorare la telefonata allarmata del padre. Ma purtroppo il famoso documento segreto preannunciato e che appunto doveva essere mostrato al figlio, non si trova.
Intanto, il mondo sta già precipitando nel baratro: a Sarajevo un attentatore ha ucciso l'erede al trono austriaco e sono scattati gli ultimatum da parte dell'Impero austriaco alla Serbia,
Cosa succederà? E soprattutto la Gran Bretagna ne sarà coinvolta?

Attorno a questi interrogativi si snoda il racconto che non è un semplice resoconto di fatti, ma un'analisi attenta degli animi delle persone  e dei loro atteggiamenti nei confronti della guerra e di ciò che sarebbero disposti a fare per combattere o non combattere.
Le cose si complicano ulteriormente proprio all'Università, dove viene ucciso uno degli allievi di Joseph Reavley che comincia sospsettare che le cose siano strettamente collegate: l'omicidio dei genitori, l'attentato di Sarajevo, la guerra, il documento segreto sulla cospirazione e l'ultimo assassinio,

Il libro è nello stesso tempo un giallo, un thriller, ma anche un romanzo storico in quanto l'autrice ambienta con molta accuratezza ricostruendo con precisione il clima inglese dell'epoca e la speranza (rivelatasi poi assurda) che i banchieri riuscissero e volessero fermare la guerra per i propri interessi.

Anne Perry ha il profondo dono di creare una precisa introspezione dei personaggi e di curare in modo preciso l'ambientazione storica.

Il romanzo comincia a Cambridge, una bella domenica di sole durante una partita di cricket e si conclude dopo la soluzione dei delitti con lo scoppio della guerra e l'entrata in armi della Gran Bretagna.

Alcune frasi del finale sono molto significative:

"...Ci sono cose per le quali si deve combattere..."

E poi: 
"La Germania ha dichiarato guerra alla Francia. Le sue truppe sono pronte ad invadere il Belgio. Non appena succederà, noi manderemo un ultimatum alla Germania che, naturalmente, la Germania rifiuterà. Entro la mezzanotte di domani, saremo in guerra. Grey ha detto che -Si stanno spegnendo le luci in tutta Europa-. Non le vedremo accese piu' per il resto dei nostri giorni,"

"...Forse no... Dovremo portare la nostra luce... nel modo migliore possibile."

Voto: 10

BUONA LETTURA!

mercoledì 28 settembre 2016

E SE TOTTI SI TRASFERISSE IN NUOVA ZELANDA...???

Totti, Spalletti, Spalletti e Totti e adesso anche la moglie del Pupone, Ilary Blasi... la TRIADE è perfetta a darci il tormentone!

Da Dagospia a Il Giornale fino a Corriere dello sport.it, le voci si susseguono e non sono certo belle:

-"C'è grossa crisi per "Francesco Totti: i suoi affari non sono mai andati così male..."
-"Maledetta crisi: soffrono anche i Totti."

Dissidi con Spalletti, gioco o non gioco, campo o panchina, la diatriba continua ed in essa si inserisce anche la moglie con battute che hanno fatto il giro del web quando definisce Spalletti "un uomo piccolo".
E allora, a che punto siamo?
 Per una sera sembra tutto dimenticato: Totti "fa 40" e fioccano gli auguri dai vip ai non vip, dai biglietti alle telefonate, dagli sms ai videomessaggi, tutte le polemiche sembrano scomparse miracolosamente per LUI e per la sua festa di compleannio. 
In prima fila Carlo Verdone, Lorella Cuccarini, Maria Defilippi, Alessandro Gassman, Rafael Nadal, e poi migliaia di persone  piu' o meno comuni che vogliono rinnovare il loro affetto per il capitano della Roma, siano essi tifosi o non tifosi.
Ma ecco Spalletti che mentre fa gli auguri, ritorna al sarcasmo. Auguri, auguri sinceri dal cuore e poi voilà la staffilata: "Io ti ho comprato la Delorean, la macchina del tempo, così potrai scegliere cosa fare. Se tornare indietro, se andare al futuro, tutto quello che tu desideri per me."(Per chi non se lo ricorda o non lo sapesse la Delorean è per antonomasia la macchina del tempo, per la precisione quella usata  nei film della trilogia "Ritorno al futuro").

La premessa non è delle migliori: sottile (ma non troppo) allusione all'età di Totti, richiesta non  (ufficialmente)richiesta, sottintesa ma non troppo a lasciar perdere?

Ai posteri l'ardua sentenza! Come disse Manzoni riferendosi a Napoleone e alla sua grandezza.

Io dico che forse è arrivata per Totti l'ora di riconoscere che ha 40 anni, che forse non tutti lo vogliono e che potrebbe anche voltare pagina.

E così torno al titolo, perchè mi è venuto in mente che, come centinaia di altri calciatori prima di lui, potrebbe trasferirsi in un altro Stato, be', visto che c'è, anche in un altro pianeta, perchè la Nuova Zelanda non solo è un Paese diverso, ma è agli antipodi dell'Italia e veramente si tratta di un altro magnifico felice meraviglioso pianeta.

Col patrimonio acquisito  Totti potrebbe fare tutto, riposarsi su spiagge meravigliose o montagne incontaminate,  ma anche dedicarsi a qualsiasi attività dall'aprire un ristorante o addirittura una catena di ristoranti all'italiana  (la nostra cucina è forse una delle poche cose ancora apprezzate senza ma e senza discussioni) o, se la sua passione per il calcio è irrinunciabile organizzare dei centri sportivi per diffondere il suo amore in un paese che non vede al primo posto questo sport.

Sì perchè parlare di Nuova Zelanda equivale a parlare di rugby, rugby e ancora rugby!


Il rugby è una delle tante eredità lasciate dagli Inglesi a questa loro ex colonia; la Nazionale neozelandese è una delle piu' forti al mondo e i suoi giocatori, soprannominati "ALL BLACKS", tuttineri, dalle loro divise, sono temuti e rispettati, Sono impegnati annualmente nei campionati mondiali di rugby, e sono famosi per la loro danza iniziale: si tratta di una danza di guerra Maori (la popolazione indigena della Nuova Zelanda), cioè una haka. La danza e il canto rituale hanno uno scopo intimidatorio e questo è facilmente comprensibile non solo per i gesti ma soprattutto per il significato delle parole:
"


Leader:Taringa whakarongo!Ascoltate!
Kia rite! Kia rite!!Preparatevi! Pronti!
Kia mau!In posizione!
Ringa ringa pakia!Batti le mani contro le cosce!
Waewae takahia kia kino nei hoki!Pesta i piedi più forte che puoi!
Squadra:A kia kino nei hoki!Più forte che puoi!
Leader:Ka mate, ka mateÈ la morte, È la morte!
Squadra:Ka oraÈ la vita!
Leader:Ka mate, ka mateÈ la morte, È la morte!
Squadra:Ka ora"È la vita

E a volte a "cercare di terrorizzare" l'avversario, ci sta anche il viso dipinto col nero e i segni di guerra e la famosa lingua tutta fuori...

Insomma in Nuova Zelanda il rugby non è solo uno sport, è lo sport per eccellenza, lo Sport con la s maiuscola, è una religione!!!
Ogni paesino anche il piu' piccolo (e qui si parla di poche decine di persone in certe zone, vista la scarsità degli abitanti), ogni scuola che si rispetti, ha la sua squadra seguita con fervore, con passione e,,, con rispetto,
Entri in un bar o pub che dir su voglia ed ecco appese le bandierine della squadra locale, i simboli e le mascotte in miniatura in vendita per beneficenza, le sciarpe di una miriade di colori e appese alla parete, rigorosamente non le foto di attori o cantanti celebri, ma degli eroi della squadra locale e/o della Nazionale"

Ebbene, e qui torno al discorso iniziale, Totti o non Totti, forse la Nuova Zelanda è un paese dove trasferirsi!!!


Ti ho invitato a compilare un modulo:
VOLARE...VOLARE..VOLARE...OH OH!
Il sogno di Icaro fin dal lontano mito greco è sempre stato quello di volare volare volare per il senso di pienezza libertà e potere che conferisce.

E TU, COSA PROVI NEI CONFRONTI DEL VOLO?

    VOLARE mi fa... 


    IL MIO PRIMO VOLO... 

    •  

    IL MIO VOLO PIU' LUNGO... 

    •  

    COSA FACCIO durante il volo... 


    OGNI VOLO mi dà... 

    BUON LAVORO E GRAZIE!

martedì 27 settembre 2016

FOTO SI'... FOTO.. NO!

Per me quando si viaggia fotografare è fondamentale perchè se  è vero che tutto ciò che si vede, rimane negli occhi e nel cuore, è anche vero che è bello avere un ricordo tangibile da rivedere, ammirare e che faccia pensare e rivivere quei momenti.



Ricordo di avere cominciato con le vecchie care "usaegetta": ne consumavo 15 o 20 per viaggio, per passare poi alla Kodak Advantix regalata a mio figlio nell'aeroporto di Hong Kong, al duty free.    

Da quel momento la mia missione era finita: avevo creato un -amore-!

Ed io cambiavo ruolo perchè avevo passato il testimone a mio figlio che era cresciuto e che ne aveva e ne ha fatto una vera passione, non solo un hobby!

Ebbene oggi io sono il suo supporter: tengo il cavalletto o porto l'obiettivo  al massimo mi lancio in qualche piccola foto col mio cellulare, ma ... è lui il FOTOGRAFO ed io sono semplicemente un'assistente...!

Ecco allora, desidero segnalare questi lnk che portano direttamente alle foto e ai video fatti nei vari viaggi: A VOI IL GIUDIZIO!!!





New Zealand photo-album:



YOUTUBE:


lunedì 26 settembre 2016

OCCHIO ALLE MELE...perchè le mele fanno paura alla Nuova Zelanda!

Siamo partiti ( io e mio figlio) dall'aeroporto di Manchester (UK) e con sosta tecnica a Munch (Germany), scalo per cambio aereo a Singapore, eccoci sull'ultimo tratto del volo; precisamente metà del viaggio, solo 12 ore!

Per tutta la mia vita lavorativa, ho insegnato Geografia (nelle Scuole Medie), ho parlato dei fusi orari, del jet leg e di altri problemi del genere, eppure ho capito che se non si prova davvero a compiere un viaggio così, risulta difficile capire cosa significa partire un giorno (19 agosto), arrivare a sera a Singapore, ripartire il 19 agosto ore 21 per altre 12 ore e arrivare ad Aucklamd la mattina del 21, oh no la sera del 21, perchè ci sono rispetto all'Italia ben 12 ore di differenza!

Comunque le 24 ore di volo sono passate abbastanza in fretta anche per il desiderio di arrivare: a Singapore ecco il foglietto per le Dichiarazioni d'arrivo...
Oltre ai soliti nome, cognome, indirizzo, denaro, durata del viaggio e indirizzo almeno del primo albergo, ecco la richiesta delle cose presenti in valigia o nel bagaglio a mano che non  possono entrare in Nuova Zelanda.
Oltre alle cose solite e ovvie cui uno penserebbe, ecco la parola chiave; cibo!

Cibo???

Incerti se e cosa dichiarare, ci sono passate davanti molto velocemente le immagini delle dogane "terribili" tipo Australia e appunto nuova Zelanda, per cui prima di ritrovarci come Sordi di ritorno dalla Svezia nel ben noto film ("Detenuto in attesa di giudizio", 1971, Nanni Loy), abbiamo segnato ogni cosa, dalle caramelle ai biscotti presi per il viaggio al panino consegnatoci sul volo e a 2 mele sempre della Singapore Airlines.mela,

Eccoci in coda: a sinistra chi non aveva nulla da dichiarare, a destra i DICHIARANTI...
Con un po' di tensione tocca a noi ed ecco il controllo: ci invitano a tirar fuori le cose indicate, prendono il panino e lo gettano, prendono i biscotti e ce li lasciano,,, poi ci chiedono se abbiamo altro.
Risposta: no.

...ci sembra...

Tutto finito?
No valigie, valigine e valigette comprese le nostre borse e giacche passano accuratamente sotto uno scanner; alt, c'è qualcosa che non va in una borsa, la mia!
Panico e qualche gocciolina di sudore!
Cos'avrò mai dimenticato di segnalare???
Ah, il serio eppur cortese agente mi invita ad aprire e con la mano guantata fruga, fruga ed ecco,,, il colpevole, il corpo del reato!

Una rossa piccola gustosa (almeno all'apparenza) mela che ci era stata data dalle hostess delle Singapore Airlines con la cena/ colazione, be' ormai ho perso l'orizzonte sulla qualità de nostri pasti!

La mela viene delicatamente presa dalla mano guantata dell'agente e...BUTTATA!

Ma...ma... la Nuova Zelanda ha paura di una mela, una singola piccola mela!

Be', per capire faccio un breve passo indietro e mi riferisco ad una delle puntate piu' simpatiche dei Simpsons, quando cioè la nostra gialla famiglia si trasferisce in Australia e Bart nasconde il suo rospo,,, che poi libera di nascosto e ben presto il rospo diventa una piaga incontenibile...
Ecco, qui è la stessa cosa!
In Nuova Zelanda e lo abbiamo capito meglio dopo i primi giorni di viaggio, ci sono varietà particolari di flora e animali che sopravvivono solo qui grazie ad un rigoroso controllo dell'ambiente che deve rimanere inalterato senza che arrivino dall'esterno "cose" che possano minacciarne l'originalità e la sopravvivenza.

E la stessa cosa vale per l'Islanda; mi ricordo di aver letto che per girare in Nuova Zelanda La Trilogia dell'anello sono stati usati dei cavalli islandesi che però non sono piu' potuti rientrare nel loro paese e probabilmente sono ancora in zona ... sotto controllo!
Così quello che fa paura (mi si passi la parola) non è la mela in sè, ma i semi che la mela contiene e che potrebbero danneggiare in un futuro piu' o meno prossimo le specie locali.

Quindi... attenti a quella mela!

Be', ho un blog!

blog...blog...e ancora blog!

Finalmente: dopo aver scritto qua e là, mi è sembrato piacevole (ma non tanto semplice) creare un blog.
Per gli argomenti ho lasciato completa libertà con quel "more" nel titolo, ma ho privilegiato le 2 cose che attualmente mi interessano molto:  animali di casa e viaggi...
Dimenticavo ( non mi stava nel titolo), ma non vorrei dimenticare libri (la mia grande e continua e costante passione"!") e i film di tutti i tipi e tutte le salse.

L'altra cosa che voglio sottolineare in partenza è il nome "Bilbo": chiaramente faccio riferimento (non tanto velato) a Bilbo Baggins perchè nella mia ultima vacanza ho fatto un meraviglioso viaggio in Nuova Zelanda, ho visitato Hobbiton (il paese ricostruito degli hobbit) in cui si sono girate le trilogie de "Il signore degli anelli" e "Lo hobbit" e mi sono lanciata a capofitto nella lettura fantasy di Tolkien dal primo libro che sono riuscita a scaricare,"LO HOBBIT".

Non mi è mai piaciuta molto la letteratura fantasy, ma vedere quel paesino ricostruito, in un verde da favola, il laghetto in cui fu pescato il pesce con l'anello maledetto, quelle porte rotonde da cui gli hobbit gettavano un'occhiata sulla splendida vallata, la panchina su cui Gandalf si sedette a fumare la sua pipa,,, be' tutto questo mi ha fatto innamorare prima di tutto di Tolkien e così ho scoperto una nuova passione,

Il mio amore però va ai viaggi e , come Bilbo, posso anche essere all'inizio un po' restia, forse preoccupata, ma niente entusiasma piu' del sogno stesso della partenza, del contatto con la natura, con ambienti, culture, lingue diverse.

Fermarsi in un posto fossilizza la mente, priva la persona del piacere della scoperta, e se è vero che oggi, grazie a Dio, viviamo coi documentari e foto e notizie a portata di clic, è anche vero che viaggiare nella realtà è un'altra cosa, apre la mente e soprattutto apre il cuore,