martedì 4 ottobre 2016

GATTI NERI... NERI GATTI...

IMPROVVISAMENTE mi ritornano in mente le poesie che negli anni ho letto sui gatti e in primis "Ode al gatto" di Pablo Neruda, la rileggo e mi colpiscono come sempre alcuni versi:


"Il gatto
soltanto il gatto apparve completo
e orgoglioso:
nacque completamente rifinito
cammina solo e sa quello che vuole..."


Ed ancora mi sorprendono sempre le parole che usa per descriverlo:

"Oh fiera indipendente
della casa, arrogante
vestigio della notte,
neghittoso, ginnastico
ed estraneo,
profondissimo gatto, 
poliziotto segreto
delle stanze,
insegna
di un
irreperibile velluto,
probabilmente non c'è
enigma
nel tuo contegno, 
forse non sei mistero."


Il gatto non dorme, dormicchia e sotto le apparenze di una tranquillità assoluta, sorveglia e sta attento a tutto, rumori, suoni anche leggeri, voci, colori, movimenti strani. Mi ricordo la siamese che avevo anni e anni fa: dormiva con me accucciata in fondo al letto, una vera ciambella in cui non vedevi dove finiva la coda e dove cominciava il musino... Credevi che fosse tranquilla eppure se per sbaglio muovevi i piedi, scattava e balzava come una pantera affondando le unghie che riuscivano sempre a trapassare le coperte e a farmi urlare!

Il cane abbaia: i miei due sono sul sofà o sul letto, ma quando sentono qualcuno in strada (abito al pianterreno) o per le scale o un lieve movimento verso la mia porta, si lanciano come saette e a qualsiasi ora, anche della notte, abbaiano con quanto fiato hanno in gola, poi (se anche io volessi dormire girandomi dall'altra parte, me lo devo togliere dalla testa!) corrono indietro verso di me, mi saltano intorno e magari anche sulla pancia e continuano fino a che non mi alzo o fino a che tutto non si calma nuovamente,,,,
Vere "belve" da guardia"!

E la mia gattina nel frattempo, cosa fa???

Non si è neppure mossa, ha solo alzatola testa, ha socchiuso gli occhi e ha mosso in tutte le direzioni le orecchie; questo è il suo modo di indagare, da vero e consumato poliziotto che non ama le -cagnare-!!

Poi, se vale la pena, parte e corre ad esaminare il problema, altrimenti prima ancora che i cani abbiano smesso di abbaiare, si riaccuccia come se dicesse "Pericolo inesistente: NO PROBLEM!"

Scegliere il nome di un gatto non è semplice, anche se qualcuno dice che non è necessario perchè tanto risponde solo al richiamo che facciamo abitualmente con le lebbra mmmmmccc e che non so neanche scrivere,
Eppure la mia micina non risponde se la chiami in modo tradizionale: risponde se la chiami "Silk" e... la devi chiamare diverse volte,,,poi con la nonchalance di una ganduchessa, arriva dai suoi nascondigli piu' o meno segreti (un armadio/ una cesta sul balcone...) e mi fa "miao?" come a dirmi "Cosa vuoi, noiosa!"

In una sua poesia ("Il nome dei gatti") il grande poeta inglese Thomas Stearns Eliot  ci dice che secondo lui, i gatti hanno non uno, ma 3 nomi...

"Prima di tutto, c’è il nome che la famiglia usa ogni giorno,
Come Pietro, Augusto, Alonzo o Giacomo,

Come Vittorio o Gionata, Giorgio o Bill Baley –



Ma il primo è quello comune che serve tutti i giorni e non ha niente di particolare.


"Ma io vi dico che un gatto ha bisogno di un nome che sia particolare,
Caratteristico, insomma, e molto più dignitoso,
Come potrebbe altrimenti tenere la coda diritta,
O mettere in mostra i baffi, o sentirsi orgoglioso?
Nomi di questo tipo posso inventarne mille,
Come Munkustrap, Quaxo o Coricopat,
Come Bombalurina o Jellylorum –
Nomi che non appartengono mai a più di un gatto alla volta."


Il poeta però non ha ancora finito, perchè ritiene che essi abbiano un terzo nome, un nome segreto che nessun umano riuscirà mai ad indovinare: esso deve rimanere un segreto nel profondo del suo cuore felino, tra il sè e il suo Creatore. Scrive infatti:


"Ma oltre a questi c’è ancora un nome che manca,

Nome che non potrete mai indovinare;

Nome che nessuna ricerca umana potrà mai scovare

Ma il GATTO LO SA, anche se mai vorrà confidarlo.
Quando vedete un gatto in profonda meditazione,
La ragione, io vi dico, è sempre la stessa:
La sua mente è perduta in estatica contemplazione
Del pensiero, del pensiero, del pensiero del suo nome:
Del suo ineffabile effabile
Effineffabile
Profondo e inscrutabile unico nome"


Il gatto ha sempre accompagnato l'uomo, ma mentre il cane è stato  una presenza costante e costantemente apprezzata per la guardia per la fedeltà per la caccia, il gatto ha attraversato fasi alterne di fortuna, in un rapporto di amore-odio che ai giorni nostri sembra essersi stabilizzato.

 Presso gli antichi Egizi era rispettato e onorato: essi avevano cominciato ad allevare i gatti che vivevano lungo il Nilo per liberarsi dai topi, "vera piaga d'Egitto", che infestavano i granai
 (allora l'Egitto non era deserto, ma ancora in epoca romana - il granaio dell'Impero-). La loro utilità e indispensabilità era fuori da ogni dubbio tant'è vero che nel pantheon egizio c'era Bastet, la dea gatta, venerata, amata e rispettata in tutto il Paese,  la dea gatta sorella della dea Sekmet, la leonessa.

Per dirla col Manzoni (che però non si riferiva ai gatti ma a Napoleone), 3 volte sull'altar 3 volte nella polvere e se in tempo egizio, per i gatti -furono vacche grasse- (per parlare in termini biblici) ben presto e molto spesso furono per loro "vacche magre".

A poco a poco aumentarono le dicerie e le superstizioni popolari  che vedevano nei gatti un vero pericolo.

I gatti, specie i micini, hanno l'abitudine di mettersi sullo stomaco di chi dorme per sentirne il calore e la stretta vicinanza e da questo nacque la diceria che ne rubavano il respiro, l'anima...

Altre credenze inquietanti intanto si diffondevano: se si sentivano miagolii nella notte, specie di Venerdì, ci sarebbe stato certo  un litigio... se un gatto si accucciava vicino ad una persona malata, preannunciava senz'altro la morte della stessa! E di questa lenta tendenza "antigattina" è il proverbio"vedi il gatto sbadigliare, la bufera vuol scoppiare" oppure "se un gatto si passa una zampa sopra l'orecchio, certo pioverà"!

E fin qui  ho parlato solo dei gatti, non di quelli neri: nero come la notte, come la paura come il male, è silenzioso, furtivo e invisibile, un terribile cacciatore, veglia mentre gli altri dormono e i suoi occhi terribili e gialli brillano nel buio... esce di notte come le streghe, ha il colore del lutto, è il rappresentante del diavolo, anzi è il diavolo in persona!

Porta sfortuna quindi vedere un gatto nero e ancor piu' che un gatto nero ti attraversi la strada, questo perchè nella notte profonda e senza luci del Medioevo, il covo di tutte le superstizioni, un cavallo che si vedeva davanti improvvisamente solo gli occhi gialli di un gatto tutto nero, si imbizzarriva e scaraventava per terra il suo cavaliere!

Nero di solito era anche il colore dei gatti dei pirati e quindi se si vedeva un gatto nero, equivaleva a dire che un pirata era nelle vicinanze, e non è il caso di ricordare quante siano state  le incursioni dei pirati saraceni e non, nel nostro Paese, in tutta Europa per arrivare fino in Islanda.

Da qui la paura e l'odio verso i gatti neri... ma per loro dovevano arrivare tempi molto piu' duri...





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