sabato 29 ottobre 2016

TE PAPA TONGAREWA...




TE PAPA TONGAREWA





 WELLINGTON, 
CAPITALE DELLA NUOVA ZELANDA



IL Museo principale di Wellington è il TE PAPA TONGAREWA (44, Cable Street), che è anche uno dei piu' importanti dello Stato in quanto tratta della Storia della Nuova Zelanda sin dalla prima colonizzazione dei Maori, con grande risalto per  l'aspetto biologico e geologico, e il cui ingresso, tra l'altro da non sottovalutare, è gratuito.

Oltre alle esposizioni permanenti, ci sono sempre mostre temporanee di estremo valore e nel periodo in cui ci siamo stati noi, c'era  (e c'è ancora addirittura fino al 30 aprile 2018) -Gallipoli: The Scale of our war- (Gallipoli: la scala della nostra guerra).(http://www.gallipoli.tepapa.govt.nz/)


Dire- mostra- è dire troppo poco perchè si tratta di qualcosa di eccezionale: il Te Papa ha sfruttato le piu' moderne tecnologie del mondo del cinema, compreso la costruzione di modelli, gli  archivi museali, la musica, tutto per creare un "qualcosa" che si può definire solo una full-immersion nella Prima Guerra Mondiale.

Le stanze si susseguono e coinvolgono gli spettatori perchè sfruttano la vista l'udito il tatto e contribuiscono a ricreare un'atmosfera che io non ho mai provato in nessun' altra esposizione. Nel marzo 2016 sono stata a Bologna per la mostra "Art Street- Bansky & Co,- l'arte allo stato urbano" e a Brescia nel gennaio sempre di quest'anno per "Lo splendore di Venezia, Canaletto, Bellotto, Guardi e i Vedutisti dell'800".

 Be' il confronto è impietoso per l'Italia che pure ha fior di specialisti; per queste ultime 2, gli aggettivi che mi vengono in mente possono essere solo -statiche, vecchie, poco attrattive- e la conclusione pochissima affluenza, tant'è vero che sia nella prima che nella seconda eravamo soli nelle diverse sale, noi e l'addetta del museo.

Per la mostra di Wellington gli aggettivi sono -dinamica moderna innovativa  empatica commovente interessante- e ne era testimonianza un'enorme quantità di pubblico di una composizione mista, dalle scuole ai giovani agli adulti agli anziani...:a me in Italia non è mai successo di vedere una tale partecipazione tenendo conto anche che la mostra era già aperta dal 2015!

Il tema come già detto è la fatale battaglia di Gallipoli che ha avuto un'enorme importanza per forgiare l'identità di una nazione nella lotta e nel dolore, esplorando nel profondo le tragedie e i sacrifici vissuti dai soldati dell'ANZAC.

ANZAC è un acronimo e significa "Australian and New Zealand Army Corps" formato in Egitto nel 1915 e operante nella battaglia di Gallipoli, dopo di che fu sciolta. Ma oggi dire ANZAC (e questo dimostra quanto sia stata importante quella tragica esperienza) equivale a dire Australiano o Neazelandese. (Aussie or Kiwi)

Lo schema della mostra è in apparenza semplice; ci sono 8 sale chiave in cui troneggiano statue (i modelli della Weta) degli 8 protagonisti scelti congelati in un istante particolare, quando l'ufficiale medico assiste impotente alla morte di un un amico, quando un soldato cerca di mangiare disperato le  razioni,  quando una crocerossina piange alla ricezione di un telegramma di morte. quando un ufficiale crolla per la stanchezza fisica e morale.

Le statue sono monumentali, 2,4 volte le dimensioni umane, impressionanti nei particolari e nella forza dei lineamenti e delle espressioni, ma quello che gioca e crea qualcosa di magico sono le luci o meglio il buio totale, le luci sulle statue e le ombre delle stesse. La gente passava si fermava per parecchi minuti ed era catturata, nel vero senso della parola,
I laboratori Weta (per intenderci quelli delle animazioni del Signore deglli anelli e dello Hobbit) hanno impiegato piu' di 24.000 ore per preparare queste sculture giganti e in parallelo altrettante ore sono state impiegate dai ricercatori per ricostruire le storie delle persone scelte e per trovarne anche i documenti relativi.

Per passare alla sala successiva, sempre in una forte penombra, si attraversano corridoi con moltissimi e interessantissimi documenti tra cui foto divise medaglie armi. Nel sottofondo vi sono costantemente suoni: parole lette da una delle lettere, musiche di canzoni dell'epoca, spari e in particolare in un punto le esplosioni e anche le vibrazioni delle granate e degli shrapnels in scoppio.

Costo della mostra: free perchè tutti possano usufruirne!!!

Impressionante in particolare l'ultima stanza dove uno dei soldati giganti inginocchiato era quasi completamente ricoperto di - red poppies- papaveri rossi... sì perchè nel mondo anglosassone in occasione delle commemorazioni dei morti in guerra, si pongono corone di papaveri anche finti, si vendono spillette a papavero e si usano papaveri di carta per varie decorazioni, Qui all'entrata della sala c'erano papaveri rossi  in carta con matite a disposizione dei visitatori che potevano scrivere un loro pensiero sul retro, sulla morte, sulla vita sulla guerra sulla pace... e il soldato ne era già coperto a metà!

Anche per noi era il centenario dello scoppio della I Guerra Mondiale nel 2015 e quest'anno. nel 2016 si potevano ricordare fatti importantissimi per noi come la -spedizione punitiva- austriaca contro l'Italia per punirci di aver lasciato l'Alleanza passando dall'altra parte  con l'Intesa contro l'Austria e la Germania. La battaglia degli Altipiani o come anche è chiamata l'Offensiva di Primavera o La Spedizione punitiva costò in un mese di battaglie, da maggio a giugno piu' di 230.000 morti...eppure non una parola non un articolo o una mostra a ricordo dei morti dell'una come dell'altra parte visto che ormai siamo in pace, sono dimenticati gli attriti per il sud Tirolo (Alto Adige)  e soprattutto siamo membri dell'UE: nulla!

E se per ipotesi la mostra ci fosse stata, mi immagino il numero delle persone e l'atteggiamento vuoto e distaccato di tanti dei nostri ragazzi...e non solo!



GALLIPOLI
Sentendo questo nome, qualcuno penserà subito alla cittadina di circa 20.000 abitanti soprannominata "la Perla dello Ionio" che si trova in Puglia, provincia di Lecce e dove forse ha trascorso le vacanze.
Ma io non mi riferisco a questa Gallipoli, ma all'altra che si trova in Turchia e che purtroppo è tragicamente ricordata per la Prima Guerra Mondiale,
Gallipoli, o meglio la Penisola di Gallipoli, è l'ultima parte della Turchia Europea: si protende tra l'Egeo e il Mar di Marmara sullo stretto dei Dardanelli ed era un tempo conosciuta come Chersoneso Tracico. La cittadina di Gallipoli si trova su questa penisola proprio di fronte alla costa della regione turca della Troade ed è nei suoi dintorni che è avvenuta la celebre e terribile Battaglia di Gallipoli della Prima Guerra Mondiale.

Nella Penisola furono sbarcate le truppe ANZAC con l'ambizioso scopo di dare il colpo di grazia all'Impero Ottomano costringendolo alla resa per dare sollievo alla Russia. Tale attacco fu considerato dagli Inglesi una mossa marginale continuando a considerare come decisivo il fronte occidentale; si guardarono bene dall'usare qui truppe scelte inglesi considerando la cosa-una semplice crociera nel Mar di Marmara-!

Per la prima volta l'Impero Britannico usò truppe bianche coloniali provenienti dagli antipodi, Australiani e Neozelandesi, cui spettavano spesso i lavori sporchi da -diggers- cioè scavare e preparare le trincee.
Proprio il 25 aprile 2015 comincia il martirio delle truppe australiane e neozelandesi, composte in gran parte di volontari. La richiesta di arruolamento volontario in quelle 2 colonie ha avuto un successo enorme: su una popolazione totale di 5 milioni di abitanti, 330.000 Australiani e 220.000 Neozelandesi scelgono di combattere nella Grande Guerra, in un misto di patriottismo, gusto dell'avventura e senso del dovere.

Ma per quanto riguarda Gallipoli, le informazioni in parte sommarie in parte sbagliate, le difficoltà logistiche enormi, le strategie e le tecniche piene di errori trasformano ben presto le spiagge in carnai e macelli, il tutto aggravato per il calore dallo scoppio di epidemie di febbri tifoidi e dissenteria. I morti non possono neanche essere seppelliti e i feriti curati perchè gli attacchi turchi si susseguono senza respiro.
Finalmente gli Inglesi si rendono conto degli errori commessi e il Generale Hamilton in un rapporto a Londra dirà che capisce perchè i Greci riuscirono a prendere Troia solo dopo 10 anni di fatiche e assedio! La situazione riconosciuta porta ad un rimpasto tra le piu' alte cariche militari mentre finalmente l'ANZAC viene evacuata!

I morti sono stati 46.000, i feriti 86.000 e si sta parlando solo degli Alleati.
In piu' 258.000 furono i soldati morti per malattia.

Da allora il 25 Aprile di ogni anno viene ricordato lo sbarco a Gallipoli in quello che si chiama "Anzac day"  e ogni anno, nonostante le distanze, sono moltissimi gli Australiani e i Neozelandesi che vanno in Turchia per ricordare e piangere quei morti. (Da ricordare a questo proposito il film -Gallipoli- del regista Peter Weir (in italiano -Gli anni spezzati-).

I morti di Gallipoli hanno contribuito a formare l'identità nazionale delle loro nazioni, Australia e Neozelanda e sono da ricordare le parole di Mustafa Kemal Ataturk, il fondatore della repubblica turca dopo la caduta dell’Impero Ottomano:


«Asciugate le vostre lacrime, madri che avete mandato i vostri figli a combattere in una terra lontana. I vostri figli riposano sul nostro petto e sono in pace. Dopo aver perso le loro vite sulla nostra terra ora sono divenuti anche figli nostri.»

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