giovedì 27 ottobre 2016

LA SENTINELLA.... E I MOSTRI...

INCIPIT

La donna sentì un dolore lacerante al basso ventre...era tanto forte che si accasciò e abbandonò la borsa con le sue poche cose.
Si rialzò con estrema fatica quando la fitta si attenuò leggermente...alzò nel buio gli occhi verso l'unica luce della zona...riuscì lentamente ad avvicinarsi e a bussare...forse non c'era nessuno o forse la persona aveva paura ad aprire...
Mentre già stava per allontanarsi, avvertì un rumore e la porta si aprì...appena uno spiraglio e l'uomo chiese chi fosse e cosa volesse a quell'ora della notte!
Aiuto- disse la donna che non ce la faceva piu'...l'uomo la guardò in malo modo con diffidenza quasi con rabbia mentre di là la televisione continuava a parlare con una musica di sottofondo...
"non posso aiutarti... se vuoi lì dietro c'è la baracca che usavano quelli che lavoravano sulla strada!"
E sbattè la porta!




-----------------------

a 50.000 ANNI LUCE...

Quel pianeta lontano col suo terribile sole azzurro era diventato l'ultima frontiera nella guerra galattica che durava ormai da decenni e tanti ormai erano stati i morti...


Il suo compito non era niente di eccezionale: doveva semplicemente fare la guardia notte e giorno, giorno e notte e aspettare che il nemico si facesse vivo...allora doveva dare l'allarme perchè quello era il pianeta che, se conquistato, avrebbe sconvolto gli equilibri e segnalato che l'avanzata stava riprendendo!
Lui, la sentinella, era ormai costantemente a disagio; era tutto bagnato ricoperto di fango e continuava a sognare casa sua che  era a  50.000 anni luce...una distanza che lo sconvolgeva al solo pensiero al come avrebbe potuto tornare .. a cosa avrebbe trovato al suo ritorno...

Il maledetto pianeta era non grande, ma enorme e la forza di gravità era il doppio di quella cui era abituato... ma doveva adattarcisi perchè la guerra sembrava non procedere e lui era lì, semplicemente bloccato!

In tutte le guerre specialmente in quella l'aviazione era l'arma d'élite: volavano, colpivano, se ne andavano...lucida divisa e superarmi, ma poi toccava alla fanteria la guerra sporca,  risolvere la situazione buttandosi per terra senza remore, bagnandosi, sporcandosi di fango, strisciando...

Il messaggio dal Comando era appena arrivato: "Il nemico è sbarcato; difendete il pianeta fino all'ultimo uomo. Fa parte della nostra Patria!!!"

Che guaio!- pensava la sentinella... erano lì e lui  non li sopportava ...creature schifose e repellenti... in una parola -mostri-!
Nessun rapporto era stato possibile con quegli esseri: da quando li avevano visti la prima volta... avevano subito sparato e basta! Ormai sembrava una lotta all'ultimo sangue...



In quel momento non ne poteva piu': la sentinella era sfinita, fissava davanti a sè fucile spianato e grilletto pronto.... pensava a casa...a non morire... tutti i sensi allertati, poi un movimento leggero e costante...qualcuno furtivamente strisciava tra le rocce...

Era lui, era il nemico!

Qualcuno dei suoi compagni si era abituato a quella vista, lui no, non ce la faceva, non li sopportava proprio, non poteva...

GLI FACEVANO SCHIFO: 2 BRACCIA E 2 GAMBE PELLE QUASI BIANCA E SOPRATTUTTO SENZA SQUAME!
#######

OGGI...

Credo che tutti abbiano capito il capovolgimento di prospettiva evocato dall'autore di questo breve racconto, Frederic Brown, scrittore di fantascienza statunitense del '900 (!902- 1972).
Noi vediamo gli altri, chiunque arrivi sul nostro territorio e sembri minacciare la nostra sicurezza, direi il nostro habitat, come nemici  e per farcene una ragione, spesso, demonizziamo i difetti che intravediamo....sono pericolosi bugiardi infidi ignoranti pelandroni assassini fregoni, insomma in una parola, sono mostri che vengono a turbare il nostro equilibrio...perchè noi noi noi non siamo così!

Ma, ci dice Brown, proviamo una volta, una sola volta a capovolgere il nostro modo di pensare e vedere: raccontiamo la storia dall'altro punto di vista e cerchiamo di capire... Nel racconto i mostri siamo noi perchè così veniamo visti dalla sentinella nella cui prospettiva tutto viene raccontato: leggendo dal suo punto di vista, siamo pieni di empatia nei suoi confronti...lo immaginiamo solo bagnato stanco preoccupato per la vita e per la famiglia...e poi ecco il colpo di scena finale...
Noi siamo i mostri per lui, ma per noi il mostro è lui!

Sgomberi tra le fiamme nella giungla di Calais, arrivo a raffica di barconi, annunci di terrificanti esodi soprattutto dall'Africa, guerre in Medio Oriente che non si fermano...e così l'incendio è scoppiato anche da noi,
Goro, un paesino di 3.000 abitanti in provincia di Ferrara nella civilissima e accoglientissima Emilia Romagna... 300 (quindi 1/10 della opolazione) occupano le strade che entrano nel paese e così succede nel vicin franzione di Gorino... coi pallett i rivoltosi  al grido (qui osceno!) di Resistenza.Resistenza -hanno sbarrato la strada.... e dall'altra parte ???

Un pullman con alcuni migranti destinati ad essere ospitati in un ostello requisito dal Prefetto: 100. 300, o... di piu'...

12 donne di cui una incinta e 8 (dico 8 non 88!) bambini!

A niente sono valsi i tentativi di mediazione... il pullman ha dovuto semplicemente fare dietrofront e andarsene...dove? Non si sa ma agli abitanti non importa: sono -salvi- e fanno festa!

12 donne, 12 marie neanche fatte entrare, 8 gesu' cacciati senza uno sguardo, non voglio nemmeno usare le parole -pietà-...
Sono poveri, sono disperati, sono in fuga dall'orrore... ma noi abbiamo i nostri problemi! Andatevene!

Mi sovvengo dell'accoglienza trionfale  con ragazze in gara e in fila per farsi convertire e poi assumere quando in epoca berlusconiana l'Italia accolse un ancor potente superbo e arrogante Gheddafi: africano ma ricco, che fosse dittatore o sterminatore, che importava?


Nessuna voce nessun pallett fu sprecato per fermare la sua entrata non in un ostello, non in un albergo a sue spese, ma in Villa Pamphili parco annesso con tenda al seguito donne -guerriere (le sue guardie del corpo) cammelli e altro...
Ma era ricco! Qui sta la differenza e forse l'occasione sprecata di una riflessione.

Capovolgere la prospettiva, ci dice Frederic Brown: se noi fossimo sul pullman?
Non sprechiamo la risposta: per ora i mostri siamo noi!!!

Per concludere, delle parole che non hanno bisogno di interpretazioni della Gabriella Chiaramonte  su "Il fatto quotidiano" del 26 ottobre 2016 in una lettera aperta ai -rivoltosi-!:

-La solidarietà non si fa domande, non attende la compassione, né pretende corsi di formazione. Un essere umano in difficoltà che chiede aiuto non ci dà il tempo di pensare, ponderare, di chiederci se siamo preparati, se abbiamo le carte in regola. Non c’è il tempo di farsi domande se un uomo sta per annegare. E’ un fatto istintivo, è ciò che distingue la civiltà dalla barbarie.-



Nessun commento:

Posta un commento