lunedì 14 novembre 2016

UN -NON PICCOLO- GIOIELLO....RACHEL WELLS "IL GATTO CHE AGGIUSTAVA I CUORI".

Rachel Wells " Il gatto che aggiustava i cuori" (Narratori Moderni )
Traduzione dall'inglese: Elisabetta Valdrè 

320 pagine 
€ 16.90 
ISBN 978881168000-0 

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-La gente accusa noi gatti di essere egocentrici ed egoisti, 
ma spesso le cose stanno in tutt'altro modo.

Ero un gatto desideroso di aiutare chi ne aveva bisogno.

D'indole gentile e amorevole,
ero impegnato nella nuova, specialissima missione:
prendermi cura delle persone.-



Ho ritrovato in quest'ultimo anno la gioia la felicità la tranquillità la saggezza che dà un gatto in casa: la mia Silk trovata per strada a poco piu' di un mese, morbida dolce discreta gentile e affettuosa senza essere invadente, mi ha restituito  quello che avevo provato da adolescente quando avevo la mia Micia, una siamese che mi ha fatto compagnia ed assistito negli anni dell'Università e che è vissuta per la bellezza di 22 anni.

Così mi sono avvicinata a romanzi (quasi tutti su base reale) che trattano dei rapporti con gli animali, in particolare sono partita con i racconti sui gatti ed ecco che, casualmente, mi sono imbattuta in 2 -non piccoli- gioielli, tutti e 2 di autori inglesi, autori che ben riflettono la passione e la cura che in UK si dedica agli animali di casa.

 "Il gatto che aggiustava i cuori" di Rachel Wells, al suo romanzo d'esordio col titolo "The doorstep cat",  -il gatto della porta di casa- che rende molto bene il contenuto, la vita cioè di Alfie.
Questa volta ho deciso di parlare del primo, cioè

Quando si dice -vita da gatti-, si pensa ad un micio spaparanzato ad occhi socchiusi (sempre) su un sofà o su un davanzale al sole o al caldo del termosifone e questa era sempre stata la vita di Alfie che viveva con la sua cara vecchia padrona Margaret in un sobborgo di londra.
 Ma poi... un brutto giorno, Margaret muore e Alfie rimane spiazzato, doppiamente spiazzato quando i parenti della donna occupano la casa, parlano di vendere tutto e....,colmo dei colmi, vogliono sfrattarlo e addirittura portarlo in un gattile!!!

"-Non ci vorrà molto per sgombrare la casa-, ha detto Linda.
«Sei troppo ottimista. Guarda quante cianfrusaglie ha accumulato tua madre», ha replicato Jeremy.
«Sei ingiusto. Tra le sue porcellane potrebbe esserci un pezzo di valore, non si può mai sapere.»

                                                                             ........

-Dobbiamo portarlo al gattile, immagino.-

 Ho sentito drizzarsi il pelo. 

«Al gattile? Sembra una vera crudeltà sbarazzarsi così di lui.» 

Magari avessi potuto dire che ero d’accordo con lei; era peggio di una crudeltà!

«Sai che non possiamo portarlo a casa. Abbiamo due cani, tesoro. Un gatto non fa per noi.» 

Ero sconsolato. Non che volessi andare con loro, ma non avevo nessunissima intenzione di finire al gattile. 
«Gattile.»
 Il mio corpo rabbrividiva alla sola parola; che termine inadeguato per definire quello che noi della comunità felina consideriamo «il braccio della morte». Ci sarà magari qualche gatto fortunato che ha trovato un nuovo padrone, ma poi chi te lo dice che cosa gli è successo? Chi ti garantisce che la famiglia del nuovo padrone lo tratti bene? I gatti di mia conoscenza erano unanimi nel pensare che il gattile fosse un postaccio. E una volta lì, sapevamo perfettamente che su chi non trova un nuovo padrone incombe la sentenza di morte. Anche se mi consideravo un bel gatto, dotato di un certo fascino, non avevo alcuna intenzione di correre quel rischio.


Alla parolaccia terribile temuta da tutti i gatti con un briciolo di cervello, Alfie (che racconta la storia in prima persona come fosse il suo diario personale) scappa e da -gatto di casa-, si ritrova ad essere catapultato in strada tra bidoni rifiuti ratti e...gatti anche non troppo amichevoli.
Ma, nel mezzo, la vita di strada gli serve perchè incontra anche mici che gli fanno da maestri e gli insegnano dove come e quando trovare da mangiare, spiegandogli tutti i trucchi del -faidate- gattino!
Alfie è certo piu' magro, piu' malandato, ma ora si sente anche piu' sicuro perchè ce la fa e dopo parecchie riflessioni gattesche, decide che non dovrà piu' essere un gatto di strada, ma neanche un gatto di casa perchè, se si ha un solo padrone, il pericolo incombe sempre.
Dovrà essere - un gatto da portone-, scegliere cioè una strada e non certo in quartieri malfamati e trasandati, e poi trovare non una ma alcune famiglie disposte tutte a fornirgli assistenza, così se ne mancherà una, ce ne sarà sempre un'altra!

"-Come gatto, non ero uno stupido.
 Il mio viaggio e chi avevo incontrato per via mi avevano insegnato molte cose. Per nessuna ragione avrei mai più puntato i baffi su una carta sola. Era una lezione che avevo imparato duramente. Nel modo peggiore. "

Comincia così ad attuare il suo piano: trova una strada in un bel quartiere della periferia di Londra, Edgar Road, e comincia ad adocchiare le case dove ci sono nelle porte le gattaiole, le porticine che permettono di entrare- uscire liberamente ai gatti. Nello stesso tempo, osserva le case vuote e quelle dove stanno facendo dei traslochi e così individua immediatamente la prima casa, la punta, si intrufola mentre portano dentro i mobili e si fa trovare dalla padrona in modo da vedere immediatamente la sua reazione.
Così comincia la sua nuova avventura che va ben oltre la semplice ricerca del cibo e del caldo in quanto se è vero che la padrona si prende cura di lui, è anche vero che Alfie, un gatto veramente sensibile e intelligente, entra in empatia con lei, capisce che non è felice, che si trascura perchè le è successo qualcosa e quel qualcosa scopre essere un brutto matrimonio lasciato alle spalle.
Decide allora di starle vicina, di confortarla e di incentivare i suoi atteggiamenti positivi, per esempio di comportarsi molto -carinamente- con la prima amica che  la donna, Claire, si porta a casa.
Visto che la vita sembra per lei migliorare tanto che comincia di nuovo a prendersi cura di sè, Alfie porta avanti il suo piano e cerca un altro alloggio: ecco che vede un nuovo trasloco e si presenta detto fatto al nuovo arrivato, un giovane uomo che anche se sembra meno propenso ai gatti, riesce ad avvicinare sempre piu'.
Con "somma gioia" del suo padrone, per vincerne le resistenze e farlo contento, decide di portargli dei regali e così, ecco che sul pavimento  ala porta della cucina, l'uomo si trova a scelta di Alfie un bel topino morto o un uccellino, il massimo dei doni gattini!

Anche se all'inizio i rapporti non sono buoni come con Claire, Alfie non si scoraggia ed ecco che Jonathan si -converte- e comincia a tenerlo vicino e a preparargli dei pranzetti coi fiocchi,

La missione di Alfie sembra riuscire: da una parte si è già procurato 2 case e 2 padroni con ottime prospettive, dall'altra sembra non solo capirli, ma anche aiutarli a mettere a posto le loro vite.
Così decide di procedere e per mettere al sicuro  il suo futuro, sceglie un altro villino bifamiliare sulla stessa strada dove stanno facendo non uno, ma 2 traslochi. Nel primo alloggio arrivano un padre, una madre e un neonato, ma se l' uomo lo accoglie bene, la donna sembra spaventata e impaurita sia per sè sia per il bambino perchè, quasi grida, "i gatti soffocano i neonati dormendo su di loro"!

Quando Alfie sente questa eresia, fa un salto inorridito, e raddoppia i suoi sforzi per convincere la donna che si chiama Polly che non è e non sarà mai un assassino!!!

Intanto i suoi giri continuano dalla prima casa alla seconda, alternando giorno e notte,  mangiando in tutte le case, riposandosi dove gli pare e facendosi trovare pronto al ritorno dei padroni che sono ambedue convinti che il gatto sia il proprio e che semplicemente se ne vada in giro per i suoi affari per poi tornare.
Infine,  arriva anche l'ultima famiglia che Alfie possa avvicinare e organizzare nella sua vita (perechè altrimenti non ce la farebbe): è la famiglia che occupa l'appartamento superiore del villino: sempre meglio, perchè si tratta di un padre, di una madre e di ben 2 bambini. Sono polacchi e si sono appena trasferiti dal loro paese perchè il padre è chef e ha avuto una buona offerta di lavoro.
Le cose procedono, e bene:  Alfie è ormai sicuro di avere una vita abbastanza organizzata, di essere passato al rango di -gatto di portone-, di avere raggiunto il massimo delle famiglie possibili e puè dedicarsi ora completamente ad aggiustare i cuori dei suoi 4 e piu' padroni o assistiti!

Jonathan intanto si è trovata una donna, ma Alfie capisce subito che non va bene per lui: è egoista e possessiva, ordina e, oscenità assoluta, non le piacciono i gatti!
 Fa di tutto perchè la cosa venga a galla e il suo padrone torna ad essere felice, non solo, Alfie è reintegrato nella poltrona e nella coperta della sua camera da letto dopo essere stato momentaneamente sfrattato dalla donna.

La mamma del neonato, Polly, è sempre piu' triste, piange  e grida e Alfie che sente e vede tutto, fa in modo di avvicinare lei alla vicina polacca, madre piu' sicura ed esperta, in modo che le 2 diventino amiche e anzi, arriva a salvarla quando la prima è colta da una specie di collasso nervoso per una depressione post-partum.

Rimane un cruccio nel cuore di Alfie: la sua prima padrona, quella che sente in modo particolare, si è trovata un uomo che è volgare aggressivo, si installa in casa quando perde il lavoro e per di piu' non fa niente tutto il giorno e...odia lui!!!
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ATTENZIONE:
non leggere se non si vuole sapere il finale!!!

Adesso che le 3 famiglie vanno meglio, Alfie parte in quarta e decide di fare in modo che Claire si riprenda la sua vita e per farlo, si mette in gioco in prima persona; aspetta il momento in cui la ragazza sta entrando in casa, salta allora in grembo all'uomo sdraiato come sempre davanti alla televisione a far niente e quello reagisce picchiandolo e scagliandolo dall'altra parte della stanza.
La ragazza che entrando ha assistito inorridita a tutta la scena, capisce che l'uomo non va per lei e mentre gli grida di andarsene subito da casa sua, raccoglie pietosamente Alfie incosciente  e lo trasporta di corsa in clinica.

Alfie è in brutte condizioni, viene operato ma deve rimanere in clinica per diverse settimane ed è in questo lasso di tempo che le nostre famiglie si incontrano: Claire vede Jonathan che sta attaccando le foto di Alfie scomparso e i due vedono un bambino che incolla anche lui dei manifestini con ... il disegno di un gatto: in comune, tutti però conoscono il suo nome perchè Alfie aveva la medaglietta della vecchia Margaret!

Così le 4 famiglie si raccolgono al capezzale di Alfie, unite nel suo amore e nella riconoscenza verso un gatto speciale, e capiscono che nessuna è la famiglia di Alfie, ma che lo sono tutte loro: si raccontano le rispettive storie e intuiscono quanto bene abbia fatto loro il gatto che forse è il vero padrone delle loro vite.

Alfie, pur ancora malandato e sofferente, si crogiola in quell'atmosfera di complimenti e amore e...soprattutto arriva al massimo della felicità gattina quando Claire e Jonathan... si mettono insieme, così come Lui aveva sperato.

Un 10, una lode e naturalmente...PER TUTTI!




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