mercoledì 9 novembre 2016

LA BATTAGLIA DI SOLFERINO...UNO SPARTIACQUE...

SPARTIACQUE
In geografia fisica, linea che separa due bacini idrografici contigui .

SINONIMI: displuvio, barriera, elemento che divide, discrimine, confine, separazione.

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Solferino- Napoleone III- Risorgimento- Svizzera- affari- Henry Dunant- Croce Rossa

COSA LEGA TRA LORO QUESTE PAROLE E LE STESSE CON L'ALTRA INIZIALE cioè SPARTIACQUE?
Oggi quasi nessuno sa dove si trova Solferino nè sa cosa rappresenti quella torretta su una collina sulla destra per chi viaggia da Milano  in direzione Venezia... sa solo che lì vicino c'è Gardaland...

eppure

lì fu combattuta una delle battaglie piu' sanguinose della Storia e una delle piu' importanti del nostro Risorgimento, ma soprattutto lì su quel campo di battaglia. qualcosa scosse l'animo di un uomo che forse qualcuno invece ha già sentito nominare, lo svizzero Henry Dunant!

Ma cosa ci faceva lì quell'uomo?

Jean Henry Dunant, detto piu' comunemente Henry Dunant, era nato a Ginevra nel 1828 e nel giorno della battaglia di Solferino, quel terribile 24 giugno 1859, non combatteva nè dalla parte francopiemontese nè da quella austriaca: era semplicemente lì per caso in un viaggio che dopo un fallimento commerciale in Algeria, lo aveva spinto ad osare di contattare direttamente l'Imperatore di Francia, Napoleone III, probabilmente per presentargli il libro in suo onore scritto da poco.

Ma l'Imperatore  era in guerra e se lo raggiungeva in un palazzo, quello si era già spostato in un'altra sede; si trattava della II Guerra d'Indipendenza Italiana, quella in cui Cavour era riuscito ad ottenere l'appoggio della Francia contro l'Austria, appoggio pagato a prezzo di sangue partecipando alla spedizione di Crimea e -cedendo- regalando Nizza e la Savoia.

Nonostante i tentativi fino allora inutili di essere ricevuto da Napoleone,  Dunant non desistette anche perchè sperava di avere una concessione idrica in Algeria, colonia francese, per l'impresa che tentava di far partire in quel paese con scarsi risultati proprio per mancanza d'acqua.
 Arrivò così nella zona del Garda dove sperava d'incontrarlo, ma rimase bloccato a Castiglione per lo scoppio della battaglia di Solferino... non gli rimaneva che aspettare... ma intanto vide... soffrì...capì...e sentì il bisogno di fare qualcosa!


Uomini, non importava la divisa, ammassati nelle chiese e negli ospedali della zona specie a Castiglione dove lui soggiornava...ferite ancora aperte....grida indicibili...odore di sangue e di sporco...arti amputati senza uso di anestesia... febbre... bende sporche ovunque....polvere terra e fango...confusione,,, non un minimo di organizzazione o di assistenza nè da parte della Francia nè del Piemonte nè dell'Austria...tutti decisi a sopraffarsi ma identici nell'incompetenza!


Ecco le sue precise parole:

" Nell'ospedale e nelle chiese di Castiglione sono stati depositati, fianco a fianco, uomini di ogni nazione. Francesi, Austriaci, Tedeschi e Slavi, provvisoriamente confusi nel fondo delle cappelle
non hanno la forza di muoversi nello stretto spazio che occupano. 
Giuramenti, bestemmie che nessuna espressione può rendere.
Risuonano sotto le volte dei santuari.
Mi diceva qualcuno di questi infelici 
"Ci abbandonano, ci lasciano morire miseramente, eppure noi ci siamo battuti bene! 
Malgrado le fatiche che hanno sopportato malgrado le notti insonni, essi riposano e, nella loro sventura, implorano il soccorso dei medici e si rotolano disperati nelle convulsioni che termineranno con il tetano e con la morte".

Solferino non era stata una battaglia, era stata un macello, un massacro, assenza su tutti i fronti di ogni genere di soccorso anche il piu' elementare e di assistenza medica e persino Francesco Giuseppe, Imperatore d'Austria esclamò:
 "Meglio perdere una provincia intera e non rivedere mai piu' una carneficina del genere!"




Le famiglie della zona, i preti della zona avevano aperto le case e le chiese, ma i soccorsi, l'acqua e i viveri non bastavano: vedendo la situazione e sotto choc, anche Dunant era uscito dal suo ruolo di turista commerciante svizzero neutrale ed era intervenuto mettendosi prima a fianco e poi organizzando in prima persona i soccorsi. Le sue idee erano chiare: lì di fronte sul campo di battaglia non c'erano austriaci o piemontesi o tedeschi o francesi, ma solo uomini e tutti, senza distinzione di nazionalità e divisa dovevano essere accolti e curati, trattati nello stesso modo con compassione e carità cristiana o meglio umana!!!

«la domenica mattina sono riuscito a riunire un certo numero di donne che fecero del loro meglio per soccorrere i feriti [...], bisognava assicurare il vitto e soprattutto soddisfare la sete di gente che moriva di stenti e privazioni: bisognava poi pensare alle loro piaghe, alle loro ferite, e lavare dei corpi sanguinanti, coperti di fango, di vermi, e bisognava fare tutto ciò in mezzo a esalazioni fetide e nauseabonde, attraverso lamenti e urla di dolore, in un’atmosfera bruciante e corrotta. Ben presto si formò un nucleo di volontarie [...] io cercai di organizzare, il meglio possibile, i soccorsi».

Noi conosciamo tutte queste cose per il libretto che di ritorno in Svizzera scrisse di getto intitolato "Souvenir de Solferino" (Ricordo di Solferino) dimostrando ancora una volta come per "Le mie prigioni"di Silvio Pellico , che certi libri colpiscono piu' di una spada.


Con idee ancora imprecise ma con la sicurezza interiore di dover fare qualcosa per migliorare la situazione che si creava sui campi dopo una battaglia come quella cui aveva assistito, Dunant scrisse il libriccino -  memoir "Un ricordo di Solferino" che  pubblicò dapprima a proprie spese diffondendolo nell'ambiente protestante della famiglia e degli amici, quell' ambiente che aveva già prodotto "La Società di pubblica utilità" con lo scopo di aiutare i poveri.

Il libretto stampato prima in 1600 copie diventò ben presto un bestseller, suscitò attenzione interesse scalpore scandalo, tolse anche le piu' piccole illusioni sul valore degli scontri armati e ottenne il plauso incondizionato di grandi personaggi dell'epoca, da Victor Hugo a Charles Dickens, e  portò alla nascita del Comitato dei 5: tra di loro spiccava Dunant che cominciò a girare l'Europa facendosi ricevere dalle varie corti allo scopo di propagandare la sua idea di organizzare una conferenza a livello europeo per l'assistenza sui campi di battaglia.
E' la Prima Conferenza Internazionale di Ginevra che porta alla Costituzione della C.R.I., Croce Rossa Internazionale...

Vengono affermati con forza i 7 principi che guideranno e guidano tuttora l'Organizzazione:

UMANITA' - IMPARZIALITA'- NEUTRALITA' - INDIPENDENZA- VOLONTARIETA'- UNITA'- UNIVERSALITA'.

E la bandiera??? Il vessillo, il simbolo che dovrà far riconoscere le tende ospedale, i convogli dei feriti, i volontari, i medici e gli infermieri addetti alla cura e al soccorso sui campi di battaglia con gli stessi rischi dei soldati? 
La scelta fu dettata dalla nazionalità di Dunant e dal posto dove si tennero le varie conferenze sul tema, Ginevra: la bandiera fu quindi l'esatto contrasto di quella svizzera.

Croce bianca su sfondo rosso quella dello Stato neutrale per definizione, croce rossa su sfondo bianco quello dell'Organizzazione che oggi tutti conoscono e riconoscono!


Ci furono  però alcune obiezioni di paesi mussulmani in merito all'adozione della croce come valore assoluto ed allora, dal 1949 è riconosciuto come simbolo per i paesi di religione moaemettana la mezzaluna. per la precisione una mezzaluna rossa.
Ma poichè i pasticci e le discordie non sono mai finite, anche Israele ha voluto un simbolo suo non accettando nè la croce nè la mezzaluna e scegliendo  il Magen David Adom, la Stella Rossa di
David.



Ed Henry Dunant??
Che fine fece dopo essere riuscito nella realizzazione del suo scopo?

Il piccolo commerciante ginevrino, il protestante calvinista, il turista anomalo di Solferino, lo scrittore di un libriccino che sconvolse e seppe muovere le coscienza di grandi e non grandi... trascorse gli ultimi anni della sua vita nelle ristrettezze aiutato ogni tanto da benefattori come una ricca vedova o l'Imperatrice madre di Russia.

Nel 1901 ricevette il Premio Nobel per la Pace, ma diede la somma ricevuta quasi completamente in beneficenza.

Trascorse gli ultimi anni in povertà a Heiden sul Lago di Costanza dove morì nel 1910 in povertà.

"NEL SILENZIO DELLA NOTTE SI SENTONO GEMITI, SOSPIRI SOFFOCATI PIENI D'ANGOSCIA E SOFFERENZA, E DELLE VOCI DELIRANTI CHE CHIEDONO AIUTO. CHI POTRà MAI RIDIRE LE AGONIE DI QUESTA ORRIBILE NOTTE!"

E PER CONCLUDERE
LA POESIA DI MARTA (17 OTTOBRE 2006)
trovata per caso Internet:
(http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-personali/poesia-32953)
La croce rossa

La croce rossa è la mia anima
senza la quale non potrei vivere.
La croce rossa è la tavolozza della mia vita
dalla quale attingo i colori più belli.
La croce rossa è il respiro,
è il pneuma che mantiene ancora in vita gli uomini.
....
La croce rossa è l'atomo,
che compone la molecola,
che compone la cellula,
che compone la vita.
.....
La croce rossa è l'amore
la croce rossa è la fiamma
che accendi nel tuo cuore
quando un tuo compagno ti tende la mano.
La croce rossa è il fiore più bello
tra tanti.
La croce rossa è mille altre cose e molte di più
la croce rossa è la lacrima
che ti bagna le guance
che ti rinfresca il viso.
La croce rossa siamo noi
noi siamo fatti d'amore e...
la Croce Rossa è amore!


da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-personali/poesia-32953>

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