venerdì 18 novembre 2016

Inferno: la Divina Commedia come strumento per evitare una pandemia globale.


Tom Hanks riprende per la terza volta (dopo Il Codice Da Vinci e Angeli e Demoni) il ruolo di Robert Langdon, professore di simbologia di fama mondiale, nel film  thriller diretto da Ron Howard, adattamento dell'omonimo romanzo best-seller di Dan Brown, che trova nella Divina Commedia di Dante lo strumento per evitare una pandemia globale.,

Stavolta è lo stesso professore a finire al centro del mistero: si risveglia in un ospedale a Firenze, senza memoria, non ricorda nulla infatti degli ultimi giorni o di come sia arrivato in Italia.

Aiutato dalla dottoressa Sienna Brooks (Felicity Jones) avida lettrice dei suoi libri, il professor Langdon si ritrova braccato da personaggi senza scrupoli e dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Tutti sembrano essere convinti che lui sia implicato nel piano di un folle per risolvere il problema della sovrappopolazione mondiale con un metodo molto spiccio e su base planetaria.

Come?
....
  scatenando una nuova peste nera.

Lo scienziato malefico innesca il suo piano terrificante partendo da un dato reale, l'aumento esponenziale della popolazione terrestre con tutte le sue conseguenze devastanti: con un -lampo di genio- si affida ad una delle malattie piu' spietate della storia dell'uomo Basta pensare infatti alle epidemie del 1348 e a quella dei Promessi Sposi del 1648 per comprendere quanto essa possa essere distruttiva con un altissimo potere di decimazione.
Il piano di un folle? Un'idea inconcepibile?

Eppure...

Come si legge su Il Corriere.it: (2014)

"Parlando dell’«esplosione demografica nel mondo», il rischio di una Francia «sommersa» dall’immigrazione e la «sostituzione della popolazione in corso», Le Pen (padre) ha detto: «Monsignor Ebola (il virus che causa una letale febbre emorragica) può risolvere questo in tre mesi».

 Nemmeno il professore, più stanco, invecchiato e meno sicuro di un tempo, sa per certo di essere totalmente estraneo alla vicenda. Tormentato da visioni apocalittiche e disturbanti che sembrano uscite dalle pagine di Dante, sa che l’unico modo per scoprire la verità è fuggire e indagare, affidandosi alla propria abilità di solutore di enigmi e alla propria conoscenza dell’opera di Dante Alighieri, attraverso cunicoli noti solo agli artisti di un tempo, ignaro delle sorprese che lo attendono lungo il cammino.

Sono passati esattamente 10 anni da quando è cominciato il rapporto Ron Howard/ Dan Brown e mentre nel primo e nel secondo film (Il codice da Vinci- Angeli e demoni) era fondamentale come punto di partenza la Chiesa Cattolica, qui invece questa posizione viene abbandonata mentre si passa ad un'opera letteraria, l'Inferno di Dante che comunque sempre alla religione fa riferimento.

Pur privo di intrighi religiosi, Inferno mantiene l'epicità dei film che l'hanno preceduto. Ciò che meglio aiuta il piacere della visione è l'azione, sostenuta da una costante progressione in una vera corsa contro il tempo.

Dal punto di vista estetico questo franchise non delude grazie all'interesse artistico da parte dello scrittore e al gusto visivo del regista. La nuova avventura dell'esperto di simbologia è ambientata a Firenze per almeno due terzi della storia, poi a Venezia ed infine ad Istanbul.
 Il regista seduce lo spettatore coi dettagli rinascimentali del capoluogo toscano, spettacolari riprese aeree e passaggi attraverso il Giardino di Boboli, il Corridoio Vasariano, gli Uffizi e Palazzo Vecchio.

E' evidente lo sforzo di restituire la bellezza e il mistero alle antiche vestigia rinascimentali. Le riprese via elicottero e via drone di Firenze, specie al tramonto, di Piazza San Marco a Venezia e di Santa Sofia a Istanbul non lasciano indifferenti.

La storia del film dà notevole risalto anche all'opera di Dante Alighieri e la rappresentazione dell'Inferno di Botticelli dal quale Ron Howard si lascia ispirare per rappresentare l'infernale viaggio del professor Langdon per salvare il mondo.

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