venerdì 30 settembre 2016

COME FIEVEL POSSIAMO CANTARE "NON CI SONO GATTI IN NUOVA ZELANDA.."

Durante il mo viaggio in Nuova Zelanda, ho pensato spesso ai miei animaletti, ai miei 2 cani e al mio micino,,, Il pensiero in particolare andava proprio a lui, anzi a lei che da qualche mese si è ammalata
sviluppando una malattia genetica al cuore, anche se per ora sta ancora abbastanza bene.

Silk, Seta, ha un anno, è stata abbandonata appena nata in un bidone e raccolta da una signora; l'anno scorso di questi tempi, ero ancora in Uk e mi è venuta nostalgia al pensiero dei gatti della mia vita, ai due fratelli maschio e femmina completamente bianchi che dormivano abbracciati, alla mia cara (ma "graffiona", passatemi il termine) siamese che ha vissuto ben 22 anni...non è mai uscita di casa per cominciare a correre qua e là nella vecchiaia,forse (dico io) malata di heltzeimer, cosa che alla fine l'ha portata a morire, non si sa come, proprio sotto il balcone di mia mamma...
 Così ho chiesto a Lella, la mia parrucchiera e notoria gattara, se ne avesse uno.... ed ecco entrare nella mia vita la dolce cara morbidissima delicatissima Silk, bianca, con uno spruzzo di grigio sulla testa, come 2 strisce che scendono sulla fronte e... una toppa grigia su una delle zampe, sì proprio come le toppe che mettono per turare i buchi delle maniche, sui gomiti...
Proprio ricordando i miei "pets", ho notato che in Nuova Zelanda ci sono meno cani che per esempio in Uk, ma soprattutto meno meno meno gatti e la cosa mi ha incuriosita alquanto.

Cercando in internet, ho trovato titoli curiosi e che un po' mi hanno preoccupato, come
-"I gatti banditi dalla Nuova Zelanda..."
-"In Nuova Zelanda è caccia al gatto"
-"La costante e preoccupante scomparsa dei gatti..."

La lettura mi ha suscitato sconcerto: cosa stava succedendo nel Paese che mi pareva (e mi pare) un vero esempio di civiltà e rispetto???
Le prime notizie o meglio avvisaglie risalivano al 2012, ma ecco le ultime e direi inquietanti al 2016, luglio!!!

Cosa stava succedendo?
Be', ritorno all'esempio di Bart e del suo viaggio in Australia con rospo al seguito: lasciato libero, in poco tempo, si diffuse a perdita d'occhio turbando l'ecosistema locale.
Anche qui l'ambiente è molto particolare, ricco di esemplari sia di fauna che di flora unici e rari: parlo dei blue penguins, dei tui, dei kiwi, di foche...ma anche della silver fern, la felce gigante che è il simbolo della nazione.
Turbare un ambiente così è facilissimo ed ecco le costanti continue pressanti attenzioni anche in dogana che mirano a non far entrare "pericoli" che sconvolgerebbero tale fragile equilibrio, siano essi mele "assassine" (vedi articolo su questo blog) o dolci gatti!

 Basta ricordare il Moa (Dinornis novaezelandiae): l'uccello non volante enorme, alto anche 3,6 m, oltre 250 kg di peso, di aspetto molto simile agli struzzi, cominciò il suo declino dopo l'arrivo dalla Polinesia dei MAORI intorno al 14° secolo per scomparire completamente nel giro di 4 secoli.


Il ragionamento allora diventa chiaro: il gatto è un felino con istinto predatore e, se lasciato libero attacca e " si serve" delle creature (piccole e malcapitate) che si trovano attorno a lui, in particolare gli uccelli. le cui specie autoctone si sono già in parte (e in fretta) estinte negli ultimi anni.

Ricerche del 2008 segnalavano una popolazione di 220 unità gatti/kmq e se si pensa che la popolazione felina potrebbe raggiungere il 1.000.000-1.500.000 su 4,5 milioni di abitanti, i dati si fanno preoccupanti.

In Nuova Zelanda le case tendono ad essere villette monofamiliari, ciascuna col proprio -backyard-, cortile prato anteriore e/o posteriore e se i gatti vengono lasciare liberi in esso, il gioco è fatto.
Un sito web, in particolare, (Catstogo) si è lanciato nella crociata antigatto ed esordisce con questo richiamo: 
"That little ball of fluff you own is a natural born killer" 
ovvero
 "Quella piccola palla di pelo di cui tu sei proprietario è un assassino nato)".

 Molto melodrammatico, ma riflette il clima.




Fino ad adesso la richiesta di Wellington (la capitale) non è stata quella di compiere un genocidio, ma la richiesta-appello ai padroni di non lasciar piu' i gatti liberi di scorrazzare fuori casa, ma di tenerli all'interno comportandosi un po' all'europea, e tra i consigli c'è anche quello di "rimpinzarlo" ben bene di cibo in modo che non si dia alla caccia sfrenata! Inoltre si è chiesto che alla morte del proprio animale, esso non venga piu' rimpiazzato, anche se questa richiesta risulta molto difficile da accettare visto l'amore dei Paesi anglosassoni per i loro -cats-!

Ma dal mese di Luglio 2016, la mano del Governo si è fatta un po' piu' pesante: infatti si è lanciato un progetto che mira a -sradicare- tutti i predatori non indigeni entro il 2050 e nell'elenco rientrano topi, ermellini, opossum, e gatti,,,selvatici, lanciando quello che è stato definito il piu' grande piano di conservazione mai tentato al mondo.

Speriamo comunque che il tentativo proposto non crei piu' danni   (e drammi)di quanti ne risolva.

Mi rimane in mente comunque l'immagine vista in una visita di parecchi anni fa a Rouen in Francia: la guida ci portò a un vecchio cimitero medievale risalente al 1300 e, quando si dice 1300 in Europa, si dice "PESTE NERA". 
Qui in una nicchia ecco lo scheletro (ormai mummificato) di un povero gatto (indubbiamente nero!) murato vivo per prevenire la peste che comunque fece, e come, il suo corso.



A buon intenditor poche parole!!!

E. diretto ai gatti. NON EMIGRATE IN NUOVA ZELANDA!!!

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